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Immagine del redattoreRedazione Emanuele Bauco

La pepita del “Triangolo d’oro”



Tempo medio di lettura — 4 minuti

 

Questo evento era accaduto nel “Triangolo d’oro”: un territorio nello stato australiano di Victoria che si trova fra le città di St Arnaud, Bendigo e Ballarat. Questo territorio diventò un focolaio della “corsa all’oro” locale all’inizio del XIX secolo e tuttora viene considerato una miniera funzionante.




Ed ecco che il “Triangolo d’oro” ha di nuovo regalato una sorpresa. Questa volta la fortuna ha sorriso a Luke Phillips, che ha trovato un pezzo di roccia del peso di 28 once (o 793 grammi), delle quali 21 once (595 grammi) sono risultate essere oro e il resto quarzo. È curioso come il fortunato australiano abbia utilizzato un metal detector amatoriale, solo parzialmente funzionante, sulla precisione del quale quasi non faceva affidamento.




Nella foto: Luke Phillips con i figli e la pepita.

 

Il cacciatore di tesori Phillips ha un proprio canale su YouTube, in cui ha raccontato la storia di come si è recato in una zona ricoperta di boscaglia non lontano dalla città di Ballarat. Dopo un po’ si è imbattuto in una buca scavata dai minatori nel pieno della “corsa all’oro”. Luke ha esaminato attentamente la terra che i suoi predecessori avevano estratto dalla buca un secolo e mezzo prima, ma ha trovato solo alcuni piccoli frammenti d’oro. Tuttavia, si è accorto che il suo rilevatore stava captando un debole segnale proveniente da sotto un vecchio tronco ricoperto di muschio.

Quando è riuscito a spingere da parte il tronco, il segnale è diventato più forte. Poi ha dovuto scavare ancora per un metro intero prima di poter finalmente vedere il ritrovamento. Phillips ha ricordato che fino all’ultimo dubitava di aver davvero trovato dell’oro. Solo dopo aver superato lo strato lavorato dai suoi predecessori del XIX secolo ed essere arrivato alla terra intatta si è rassicurato: ha capito che non poteva trattarsi di detriti metallici lasciati da altre persone.




L’australiano ha deciso di vendere la propria scoperta. La somma esatta che è riuscito a ricevere per la pepita non è nota, ma si stima che possa essere compresa fra 52 e 79 mila dollari USA. Sembra che questo caso sia stato davvero “salvifico”: Phillips ha raccontato che aveva un grande bisogno di soldi. Ha due figli, inoltre aveva da poco perso il lavoro a causa di problemi di salute.

È interessante come in Australia chiunque abbia il diritto di estrarre oro, anche un turista. Per farlo è sufficiente acquistare una licenza. La procedura per il rilascio di questo documento è molto semplice: è possibile richiederlo tramite internet e riceverlo letteralmente entro pochi minuti dalla presentazione della domanda. Tuttavia, il costo della licenza varia da stato a stato. Nello stato di Victoria, ad esempio, il documento costa solo 30 dollari e dà diritto a cercare oro per due anni.

Il “Triangolo d’oro” dello stato australiano di Victoria a metà del XIX secolo diventò celebre per le sue pepite di dimensioni incredibili. Alle più grandi di esse sono stati dati dei nomi e le loro copie sono esposte in un museo locale. Ad esempio, i turisti possono ammirare le copie delle pepite “The Lady Hotham” del peso di quasi 45 chili, “The Canadian” di 50 chili e “The Welcome Stranger” (“L’estraneo benvoluto”) di 72 chili.

Ma anche nel XX secolo le scoperte sensazionali non si sono fermate: nel 1980 è stata rinvenuta la pepita “The Hand of Faith” (“La mano della fede”) del peso di 27,3 chili. E se vi interessa saperne di più su questo incredibile ritrovamento, leggete il nostro articolo “La mano della fede”: come un australiano ha trovato una pepita d'oro unica.




 

Pubblicato; 13/09/2024

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